Padre Francesco Cordeschi ci racconta il carisma dei passionisti e la nascita di “Tendopoli”

Padre Francesco Cordeschi ci racconta il carisma dei passionisti e la nascita di “Tendopoli”

Padre Francesco Cordeschi, passionista fondatore e guida spirituale dell’associazione passionista “Tendopoli” ci racconta come è nato questo grande progetto e questo miracolo per intercessione del passionista San Gabriele dell’Addolorata, venerato da tutti i pellegrini presso il Santuario del Gran Sasso a Teramo (Abbruzzo).

Qual è il carisma dei passionisti? E che significato ha lo stemma a forma di cuore che portate impresso sull’abito?

I Passionisti sono stati fondati da San Paolo della Croce nel 1720 che ebbe l’intuizione profetica che tutti i mali del mondo dipendono dalla dimenticanza dell’amore di Dio, che si è manifestato nel dono di Gesù morente sulla croce.  Cioè la gente sta male perché non si sente amata, come del resto dicono anche oggi molti psicologi: l’uomo contemporaneo è orfano di Padre, è senza radici, e naviga in una cultura liquida.   Per rispondere a questa carenza di amore San Paolo radunò compagni che facessero continua memoria della Passione del Signore, da lui definita “la più meravigliosa opera di Dio”.  I Passionisti annunciano e predicano Cristo Crocifisso scandalo per i pagani e stoltezza per gli ebrei.

Sul petto portano un cuore con la scritta Passio Jesu Christi che significa la passione di Gesù Cristo. Il passionista veste di nero proprio per far lutto della morte del Signore.

San Gabriele è il santo dei giovani, non a caso nel 1926, Pio XI lo dichiarò Patrono della Gioventù Cattolica italiana. In cosa i giovani possono rispecchiarsi nella figura di San Gabriele?

Tre sono le caratteristiche della spiritualità di san Gabriele che parlano ai giovani di oggi: L’ordinarietà della vita. La gioia di vivere. Il coraggio della scelta.

1- L’ordinarietà della vita. San Gabriele non ha fatto nulla di straordinario nella sua vita  ma ha fatto della sua vita un fatto straordinario, trasformando le quotidiane occupazioni in occupazioni speciali. In altre parole ha saputo vedere Dio in tutti i gesti che compiva dalla preghiera al divertimento, dal lavoro allo studio.  Non ha fatto miracoli nella sua vita, ma ha fatto della sua vita un continuo miracolo perché in tutti i gesti emergeva la presenza del Signore. Ai giovani di oggi credo che San Gabriele che si è nascosto a 18 anni in un convento direbbe; “non vivete per apparire” ma “ scomparite per vivere”.

  1. La gioia. La frase che lo caratterizza e che spesso ripeteva era “la mia vita è un continuo godere”. San Gabriele era un ragazzo felice. Al suo fratello Michele ripeteva “la gioia che io provo in questo religioso recinto è indicibile, e non la cambierei mai con i leggeri e fugaci passatempi del mondo”. E poi aggiungeva: “Io di certi piaceri del mondo me ne intendo”.

Dove Gabriele ritrovava la gioia era nella preghiera. Ai giovani direbbe che non ci potrà mai essere la gioia nei loro cuori se manca una armonia tra quello che si vive e quello che si sente vero nel cuore.  La gioia che propone il mondo diceva Gabriele “avvelena” e la gioia che propone una certa cultura di moda è solo alienazione e droga.

  1. E la forza delle scelta. Il terzo elemento è il coraggio e la radicalità di fare delle scelte. Ha 18 anni quando è stata chiara per lui la chiamata, ha lasciato tutto, carriera, soldi, fidanzata. Con il padre che lo dissuadeva è stato deciso, e allo Zio cappuccino che lo terrorizzava dicendogli che la vita passionista era dura e piena di sofferenze rispose, entrando nel convento a Morovalle: “Ho messo piede in questo convento e non ne esco più”.

Che cos’è l’associazione da lei fondata “Tendopoli”? Quando e come nasce?

Non è facile offrire una icona di una esperienza iniziata 39 anni fa e che ancora è, sulla tavolozza del tempo, in elaborazione nelle mani del buon Dio. L’origine della Tendopoli, non è documentata da un atto costitutivo, ma, come tutte le cose vissute, accadono mentre si vivono e fanno storia mentre si sviluppano. E’ iniziata nel 1981 presso il Santuario di S. Gabriele dell’Addolorata nel Comune di Isola del Gran Sasso, in provincia di Teramo, senza un chiaro progetto, anche se dentro una precisa istanza pastorale giovanile.

Diversi fattori hanno favorito la sua nascita e crescita. Il terreno, nel quale ha posto le radici, è stata la “Festa dei Giovani”, che si celebrava fin dal 1976 al Santuario di S. Gabriele. L’evento proposto dal Santuario, veniva animato ogni anno da un movimento diverso, comunione e liberazione, focolarini, rinnovamento dello spirito, durava un solo giorno, non garantiva continuità, e soprattutto non aveva una sua specificità. Facemmo due scelte: la prima di aumentare i giorni della permanenza dei giovani al santuario e la seconda di non appoggiarci ai movimenti ma indirizzarci ai giovani nelle  parrocchie.

Un altro fattore, determinante per lo sviluppo dell’esperienza, fu il servizio pastorale, che P. Francesco, aveva svolto nei primi cinque anni di sacerdozio: le missioni al popolo secondo il carisma della Famiglia Passionista. In quegli anni aveva sperimentato che durante la missione era abbastanza facile accostare i giovani e creare in loro entusiasmo ed attese, ma poi, una volta terminata la missione, spesso tutto ritornava come prima. La frase “bella la missione, ma ora che partite tutto torna come prima!” cominciò a creare a P. Francesco, un problema di coscienza: “fino a che punto è lecito creare aspettative e poi non poterle attuare?

Da questa crisi di coscienza P. Francesco pensò di invitare i giovani a venire al Santuario. Lui aveva tre vecchie tende militari e con quei residuati bellici si iniziò la Tendopoli. Il primo anno eravamo 40, ma già nel terzo anno eravamo trecento, in un continuo crescendo, fino a raggiungere oltre mille giovani nel 2000.

Quali sono le attività e gli obiettivi che svolgete attraverso di essa?

La Tendopoli, più che essere un movimento, desidera essere un fermento dentro la realtà parrocchiale.  La Tendopoli si potrebbe definire: «Fermento giovanile dentro la realtà parrocchiale con lo scopo di creare spazi di preghiera e di riconciliazione. Cerca di avvicinare i giovani lontani della parrocchia in obbedienza al parroco e rispettando lo spirito della Tendopoli legato alla Congregazione della Passione».

Da questa descrizione emergono gli elementi portanti dell’esperienza:

3.1. Spazio di preghiera e di riconciliazione

Sin dalle prime Tendopoli ci si accorse del desiderio grande presente nei giovani, di vivere la preghiera. In essa vivendo nella precarietà della Tenda era facile incontrarsi con Dio ma anche superare le possibili tensioni del gruppo. Per coloro che vivono nella Tenda la preghiera è «la costante consapevolezza della Presenza». Se il giovane Tend è pellegrino, la preghiera è l’anima che lo sostiene e motiva nel suo andare. Si insiste molto nella preghiera personale oltre che di gruppo e si consigliano i giovani di pregare almeno mezz’ora al giorno.

3.2. La parrocchia

I giovani incontrati nella parrocchia devono restare in essa e lavorare per essa. Scopo della Tendopoli e dei gruppi Tend è solo quello di preparare i giovani alla responsabilità della parrocchia. La Tendopoli dona «spazi spirituali e culturali» dove i giovani si possano temprare e rimotivare, ma è dentro la parrocchia che sono chiamati a crescere fino alla maturità della vita e generare speranza. La parrocchia è terreno educativo estremamente «duro» ma dentro di esso i giovani devono stare, morire per generare speranza. Questa scelta educativa inevitabilmente rallenta i ritmi di crescita dei giovani, rispetto a scelte più omogenee per età, ma certamente rende molto più profondi e sicuri i passi che compiono.

3.3. La Passione

La Tendopoli è nata in ambiente passionista che come suo carisma deve fare memoria della Passione del Signore. La Passione non è solo dolore e sofferenza ma è la quotidianità della vita, è il si a Dio per stare dove ti pone, è una risposta d’amore che genera speranza. E’ educarsi a compiere ogni giorno la volontà del Signore. La passione non è un incidente della vita ma è la vita. Perché la vita è la fatica di amare.