“Non più la guerra”: grido di Pace dalla Piazza San Pietro con la Dichiarazione sulla fraternità umana

Il 10 giugno scorso si è svolto in piazza San Pietro il primo meeting mondiale sulla Fraternità Umana (“Not Alone”). L’evento era collegato in simultanea con altre otto sedi nel mondo: Trapani (dalla nave Mare Jonio di Mediterranea Saving Humans), Repubblica Centrafricana (Bangui), Argentina (Buenos Aires), Etiopia, Israele (Gerusalemme), Nagasaki (Giappone), Congo-Brazzaville e Perù (Lima). Oltre a diverse associazioni presenti sono stati coinvolti anche numerosi artisti che si sono esibiti sul piazzale della Basilica di San Pietro (come ad esempio Andrea Bocelli, Stjepan Hauser, Roberto Bolle, Mr. Rain, il piccolo coro dell’Antoniano di Bologna e tanti altri).

Nel pomeriggio trenta premi Nobel di tutto il pianeta hanno firmato la “Dichiarazione sulla fraternità umana” con il cardinale segretario di Stato vaticano Pietro Parolin (purtroppo il Santo Padre era assente per il suo ricovero al Gemelli). Vi invito a firmare anche voi la dichiarazione sul sito https://www.fondazionefratellitutti.org/not-alone-firma-old/ e a leggerla. A tal proposito vi anticipo qui sotto una parte del testo con il forte grido “Non più la guerra” elevato verso il cielo e l’umanità, quel giorno ormai storico:

Lo vogliamo gridare al mondo nel nome della fraternità: Non più la guerra! È la pace, la giustizia, l’uguaglianza a guidare il destino di tutta l’umanità. No alla paura, alla violenza sessuale e domestica! Cessino i conflitti armati. Diciamo basta alle armi nucleari e alle mine antiuomo. Mai più migrazioni forzate, pulizia etnica, dittature, corruzione e schiavitù. Fermiamo l’uso manipolativo della tecnologia e dell’intelligenza artificiale, anteponiamo e fecondiamo di fraternità lo sviluppo tecnologico. Incoraggiamo i Paesi a promuovere sforzi congiunti per creare società di pace, come ad esempio, l’istituzione di un Ministero per la pace. Ci impegniamo a bonificare la terra macchiata dal sangue della violenza e dell’odio, dalle disuguaglianze sociali e dalla corruzione del cuore. All’odio rispondiamo con l’amore. La compassione, la condivisione, la gratuità, la sobrietà e la responsabilità sono per noi le scelte che nutrono la fraternità personale, quella del cuore. Far crescere il seme della fraternità spirituale inizia da noi. Basta piantare un piccolo seme al giorno nei nostri mondi relazionali: la propria casa, il quartiere, la scuola, il luogo di lavoro, la piazza e le istituzioni in cui si prendono le decisioni”.