Papa Francesco: il sale della vita

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La contemplazione non è una dimensione toccata in sorte a pochi eletti, come ancora resta nella coscienza di molti di noi. Ogni cristiano è chiamato ad essere contemplativo, in quanto oratore, in quanto essere in relazione con Dio e capace di scorgere la bellezza della vita, anche nel minimo particolare. Questo tema viene affrontato oggi nell’udienza del mercoledì, da Papa Francesco, che, nelle catechesi sulla preghiera, ci parla oggi della preghiera contemplativa.

Contemplare non è prima di tutto un modo di fare, ma è un modo di essere: essere contemplativoTant’è vero che la contemplazione non è affatto una parte della nostra vita, staccata dalle altre, che “accendiamo” quando entriamo in preghiera, se siamo fortunati. Essere contemplativi non dipende dagli occhi, ma dal cuore. E qui entra in gioco la preghiera, come atto di fede e d’amore, come “respiro” della nostra relazione con Dio. 

E’ il sale della nostra vita, la contemplazione, ci dona la possibilità di guardare il mondo e la nostra vita, con degli occhi nuovi. Perché  tutto nasce da lì: da un cuore che si sente guardato con amore. Allora la realtà viene contemplata con occhi diversi. E la nostra esistenza acquista un sapore diverso.

Il Santo Padre si concentra proprio sulla dinamica dello sguardoGesù è stato maestro di questo sguardo. Nella sua vita non sono mai mancati i tempi, gli spazi, i silenzi, la comunione amorosa che permette all’esistenza di non essere devastata dalle immancabili prove, ma di custodire intatta la bellezza. Il suo segreto era la relazione con il Padre celeste. 

Infine il Santo Padre richiama i maestri di spiritualità di una volta, che contrapponevano la contemplazione all’azione, mettendoci in guardia sul superamento di questa dinamica, in vista dell’accoglienza piena del messaggio evangelico. Esso, lungi dal dualismo pericoloso, è unitario. Ciò che nasce dalla preghiera e non dalla presunzione del nostro io, ciò che viene purificato dall’umiltà, anche se è un atto di amore appartato e silenzioso, è il più grande miracolo che un cristiano possa realizzare. E questa è la strada della preghiera di contemplazione: io Lo guardo, Lui mi guarda! Questo atto di amore nel dialogo silenzioso con Gesù fa tanto bene alla Chiesa, conclude il Papa.