Papa Leone XIII e l'importanza della Sacra scrittura
Papa Leone XIII ci teneva particolarmente alle Sacre Scritture, perché Lui in primis ne era un testimone privilegiato.
Quelle sacre Scritture avevano cambiato anche la Sua vita, ecco perché diede alle stampe l’Enciclica “Prividentissimus Deus “, perché saper interpretare una lettura ermeneutica in questi scritti, è qualcosa che Dio ci riconoscerà come grande dono di santità.
Ma è necessario impegnarsi per questa causa, perché saper leggere bene e saper trasmettere emozioni, emana una luce al popolo d’origine divina.
Tutto ci richiama alla santità con Dio, ma è davvero importante saper offrire al mondo, la gioia di una buona lettura, quando si parla di Gesù Cristo.
Saperla leggere, conoscerla bene, e poi saperla restituire ai fedeli di tutto il mondo, bella e comprensibile proprio come Dio c’ha insegnato.
Salire sull’ambone durante la santa messa, e dare alle letture la giusta importanza e il giusto peso storico.
Non basta ! Bisogna credere fermamente in ciò che si sta leggendo, anche interpretando la lettura, perché se la lettura viene davvero interpretata con ardore, allora anche la platea dei fedeli, ne trarrà giovamento.
Un fedele che sale sull’altare per leggere la Sacra Scrittura, è un fedele che ha appena ricevuto la chiamata di Dio, quindi no potrà leggere questa lettura in maniera per così dire decadente, ma in maniera assolutamente entusiasta.
Perché n quella lettura si racconta la vita terrena di Gesù Cristo, quindi il lettore in quel momento si trova a leggere, la lettura più importante del mondo.
Forse noi non gli diamo la giusta importanza, ma quella lettura può cambiare la vita a chi la sta ascoltando.