Preghiamo per il ritrovamento di Silvia Romano, rapita in Kenya

Silvia Romano, giovane milanese che si trovava in Kenya con la Onlus Africa Milele

E’ stata aggredita poi rapita lunedì scorso da un commando che cercava proprio lei.

Non era lì per caso, ma per lavorare nella cooperazione internazionale.

Lunedì 20 novembre attorno alle 20 a Chakama, a 80km da Malindi in Kenya, la giovane 23 enne Silvia Romano è stata rapita. Nella sua pagina facebook quest’estate scriveva che si trovava  in un orfanotrofio a Likoni con la onlus Orphan’s dreams, poi era tornata in Italia e, da poco, era ripartita con un’altra organizzazione, Africa Milele, e si trovava in un villaggio in mezzo alla foresta dove un commando l’ha aggredita poi portata via, in un attacco in cui cinque persone sono rimaste ferite.

A febbraio si è laureata a Milano in una scuola per mediatori linguistici per la sicurezza e la difesa sociale con una tesi sulla tratta di esseri umani. Stare vicino ai bambini in orfanotrofio per lei era una scelta di vita ed una missione che portava avanti con convinzione e determinazione.

Non si esclude l’ipotesi  che questo rapimento di Silvia, sia stato architettato da qualcuno del villaggio e che la ragazza sia stata venduta ai Somali, con lo scopo di estorsione.

Sarebbe stato un commando di almeno sei-otto persone ad agire, che intendeva rapire proprio lei. La ricostruzione dei fatti, emersa dalla voce di un testimone, parla di aggressione efferata:

Due giorni fa, verso sera, i rapitori hanno scatenato il terrore (…) armati di kalashnikov e machete. Hanno fatto irruzione nella casetta di mattoni d’argilla che ospita i volontari della Ong.

“Lei era, anzi è la mia migliore amica – ha detto Ronald Kazungo, 18enne che grazie alla Ong ha potuto studiare – La stavo aiutando a passare in rassegna le pagelle dei suoi ragazzi, quelle arrivate e quelle mancanti. Mi hanno chiesto dov’è la ‘mgeni’, la straniera? Ho detto che era uscita a procurarsi un caricabatterie, ma non mi hanno creduto. Si sono diretti un’altra stanza e l’hanno trovata”.

Quando uno del commando ha avuto conferma sull’identità della ragazza, è partita una violenza senza senso: “Ha iniziato a schiaffeggiarla forte finché è caduta a terra. Silvia mi chiamava, chiedeva aiuto, io ho cercato di spingere via l’uomo che la immobilizzava a terra, per legarle le mani dietro la schiena, ma qualcuno mi ha colpito alla testa con un machete e ho come perso i sensi. Lei gridava: ‘scappa, mettiti in salvo’. (da Libero)

Preghiamo affinchè Silvia venga ben presto ritrovata a possa tornare a casa dalla sua famiglia, sana e salva.