Roma, la prima parrocchia affidata ad un diacono sposato

San Stanislao

Da settembre Andrea Sartori, 49 anni, vive nella canonica di San Stanislao con la moglie Laura e i quattro figli. Collabora con loro una équipe di diaconi

La parrocchia di San Stanislao si trova a Roma nella zona di Cinecittà, non è affidata ad un sacerdote ma bensì ad un diacono, Andrea Sartori, padre di 4 figli. Andrea vive nella canonica con la moglie Laura e i figli (tre ragazzi di 20, 19 e 17 anni e una bambina di 10).

Proprio domenica 11 novembre, alle ore 10.30, il cardinale vicario Angelo De Donatis celebrerà una messa in questa chiesa alla periferia est della Capitale. Sarà presente il vescovo di settore Gianpiero Palmieri che spiega: «San Stanislao vive una speciale vocazione che è quella di diventare una diaconia: una comunità cristiana che, in sinergia con le parrocchie del territorio della prefettura, diventa uno spazio di accoglienza e di accompagnamento dei poveri e delle persone ferite e sole, in vista del loro sviluppo umano integrale. L’idea che c’è dietro è quella di recuperare una prassi antica della Chiesa, che prevedeva il sorgere di diaconie a fianco alle parrocchie, per il servizio dei poveri del territorio. A Roma ne è documentata l’esistenza fin dal VII secolo».

Conosciamo meglio il diacono Andrea Sartori

Andrea Sartori è sposato con Laura dal 1996. L’anno successivo i due si sono trasferiti in Togo, in Africa, dove hanno vissuto con i ragazzi di strada e fatto formazione per animatori sociali (1997-1998). Rientrati in Italia, hanno iniziato a lavorare per il Vis (Volontariato internazionale per lo sviluppo), ong dei salesiani, curandone la parte tecnica. Nel 2003 Sartori ha intrapreso il percorso per diventare diacono; è stato poi ordinato nel 2008. Da settembre svolge il suo ministero a San Stanislao, a cui fanno capo seimila fedeli. «La cosa importante – commenta – è di non essere di intralcio alla volontà di Dio e fare quello che Dio vuole. Per me il diacono è un ministro dell’amore di Gesù. Carità è amore, e amore si declina in tanti modi».

Si tratta di un caso unico nella diocesi di Roma e chissà che questo non sia il primo dei tanti.

Rita Sberna