Mons. Massimo Camisasca, vescovo della diocesi di Reggio Emilia- Guastalla qualche giorno fa si è prestato ad un’intervista di Porro nella trasmissione Quarta Repubblica. Il prelato è stato invitato per spiegare ciò che lo ha spinto a scrivere una lettera, lo scorso 19 ottobre, ai sacerdoti della sua diocesi.
Camisasca in quella lettera aveva scritto:
“Tutti quanti noi assieme agli altri responsabili della vita sociale e civile, abbiamo un compito importante: aiutare la nostra gente a vivere con prudenza, ma anche con serenità, fiducia in Dio e capacità di relazioni e aiuto reciproco”.
A Porro ha spiegato i motivi per i quali si è sentito di scrivere una lettera: Ho scritto questa lettera perché avvertivo intorno a me, nella gente con cui parlavo, uno stato di ansia molto forte e di disorientamento. Ho detto «io devo intervenire, non posso lasciare il mio popolo o comunque la gente della mia terra, in questa situazione di ansie e disorientamento»”.
Il vescovo Camisasca dice espressamente in quella lettera di “non chiudersi in casa e di non lasciarsi prendere dalla paura”, il disorientamento secondo Camisasca, viene dai mass media, che oltre ad informare, terrorizzano la gente.
Inoltre, mons Camisasca invita la Politica a dare alla gente “chiarezze per il futuro”.