Black Lives Matter: un movimento palesemente anticristiano

“Scherza coi fanti ma lascia stare i santi”. Il vecchio adagio popolare è probabilmente sconosciuto agli zelanti attivisti di #BlackLivesMatter, che qualche giorno fa, a San Francisco, hanno buttato giù l’ennesima statua. A farne le spese è stato il simulacro di Junipero Serra (1713-1784), il missionario francescano, canonizzato da papa Francesco nel 2015 a Washington. Quali sono le imperdonabili colpe di questo mite ma tenacissimo fraticello, giunto dalla Spagna per evangelizzare le coste del Pacifico? Secondo i suoi detrattori, avrebbe inculcato con la forza la fede cattolica ai nativi americani della California.

La leggenda nera sorta intorno a Junipero Serra non ne ha impedito l’elevazione agli altari. Il santo “fece sacrifici eroici per proteggere gli indigeni della California dai loro conquistatori spagnoli, in particolare dai soldati. Anche con la sua gamba inferma che gli causava molto dolore, camminò fino a Città del Messico per ottenere speciali facoltà di governo dal Viceré di Spagna per disciplinare i militari che stavano abusando degli indiani. E poi è tornato in California”, ha sottolineato l’arcivescovo di San Francisco, monsignor Salvatore Cordileone [http://www.iltimone.org/news-timone/vescovo-risponde-junipero-serra/?fbclid=IwAR1I3q8lMxA07r28QaaQTgsJiPQvrRAg0ROOC2awy6r3LG0dJEAJENjMVbE]. Nel ricordare lo zelo con cui Serra insegnò le arti agrarie ai nativi americani, contribuendo allo sviluppo delle loro terre, il presule ha duramente condannato l’abbattimento della statua.

Quella di San Junipero non è l’unica statua minacciata in questi giorni in America. Un gruppo di ebrei e musulmani ha lanciato una petizione per far rimuovere a Saint Louis il monumento di San Luigi IX (1214-1270), re di Francia, ma, soprattutto uomo simbolo delle Crociate: inammissibile non solo per gli islamici ma per tutte le vestali del politicamente corretto.

Le cose non vanno meglio nella vecchia Europa. Una petizione è stata diffusa in Inghilterra sulla piattaforma Change.org, per richiedere la rimozione della medaglia dell’Ordine di San Michele e San Giorgio. Motivo? L’arcangelo guerriero, come in centinaia di altre iconografie simile, tiene il piede piantato sulla testa di satana, in questa medaglia rappresentato con la pelle scura: un’immagine che, secondo i 4000 sottoscrittori, ricorderebbe troppo l’ignominiosa uccisione di George Floyd da parte di un poliziotto a Minneapolis. La motivazione che accompagna la raccolta di firme è quantomeno bizzarra: “Noi sottoscritti – si legge sul sito di Change – chiediamo che questa medaglia venga completamente ridisegnata in un modo più appropriato e che vengano fornite scuse ufficiali per le offese che ha provocato”. Messa in questi termini, se tale principio diventasse universale e fosse rispettato alla lettera, dovremmo far distruggere migliaia e migliaia di opere d’arte a sfondo religioso, realizzate nell’arco di secoli: si pensi al celebre San Giacomo “Matamoros”.

Si potrebbe dire, volendo essere profondamente indulgenti con gli iconoclasti militanti di Black Lives Matter e con i firmatari delle petizioni di cui sopra, che le loro azioni e iniziative siano motivate da una grave ignoranza. Dietro le statue e la medaglia da taluni tanto detestate, c’è una tradizione popolare e ci sono vicende umane di eroismo e di virtù, degne d’essere apprezzate e rispettate anche da chi non professa la fede cristiana. Purtroppo l’approfondimento culturale, la scoperta delle radici di una civiltà, l’attenzione e l’ascolto nei confronti di credenze diverse dalle proprie, al giorno d’oggi, sono viste quantomeno come un’operazione noiosa e faticosa: nella migliore delle ipotesi, una perdita di tempo bell’e buona. Nella mente di taluni sedicenti antirazzisti, ciò che rappresenta il pensiero e i valori altrui, tanto più se proveniente dall’odiata cultura occidentale e colonialista, è meritevole soltanto di essere distrutto e cancellato dalla memoria collettiva. In nome di quali nuovi valori e simboli non è dato sapere. Con buona pace del dialogo e della non violenza.

Ancor più pericoloso e inescusabile è il tweet dello scrittore e attivista per i diritti civili Shaun King, secondo il quale andrebbero abbattute tutte le statue di Gesù Cristo e della Vergine Maria. Secondo l’esimio intellettuale americano, il problema non starebbe nel cristianesimo in sé ma nei reali volti del Nazareno e di sua Madre, che, secondo alcuni storici dovrebbero avere delle sembianze etniche mediorientali, quindi essere quantomeno scuri di carnagione, mentre la stragrande maggioranza dell’iconografia li rappresenta con tratti somatici spiccatamente europoidi. Tutto ciò è inaccettabile, ha tuonato King, perché “gli americani bianchi che per centinaia di anni hanno comprato, venduto, scambiato, violentato e schiavizzato a morte gli africani in questo Paese, semplicemente non possono avere quest’uomo al centro della loro religione”. Il militante antirazzista statunitense probabilmente ignora che numerosi santuari mariani in tutto il mondo (Czestochowa su tutti, nel cuore dell’Europa!) sono pieni di “madonne nere”, mentre la Madonna di Sheshan, cui sono devoti i cattolici cinesi, ha gli occhi a mandorla, e quella di Guadalupe, in Messico, ha le fattezze di una donna india. King si è poi lanciato una vera e propria ‘supercazzola’: “La fede cristiana e non il cristianesimo bianco è stata la prima religione di questo Paese per centinaia di anni”.

Esaurita questa carrellata di tragicomici eventi, è opportuno fare una riflessione sulla valenza simbolica della rimozione della statua di un illustre personaggio storico. Nel recente passato abbiamo assistito a scene del genere in occasione della fine del comunismo in Russia, con l’abbattimento dei monumenti a Lenin, in Iraq alla caduta di Saddam Hussein, in Afghanistan, con la demolizione delle statue del Buddha da parte dei Talebani. Nei primi due casi, si salutava la fine di una sanguinaria dittatura. Nel terzo caso, il gesto era espressione di un regime paramilitare teocratico, ferocemente intollerante verso gli altri culti. Alla luce di ciò, come si possono inquadrare gli episodi capitati nell’ultimo mese in America e, in parte, anche in Europa? Ne hanno fatto le spese monumenti di personaggi come Cristoforo Colombo e Winston Churchill, che potranno piacere o non piacere ma che, indubbiamente, sono simboli della nostra civiltà occidentale. Adesso sono finiti nel mirino dei santi venerati dalla Chiesa Cattolica e lo stesso Gesù. I facinorosi di Black Lives Matter – è proprio il caso di dirlo – vedono solo il bianco o il nero, senza sfumature, né vie di mezzo. E hanno una concezione della storia propagandistica e orwelliana: manipolano il passato, probabilmente per controllare il presente e plasmare il futuro. Identificano le persone esclusivamente con i loro errori. Vorrebbero fare tabula rasa di una lunghissima tradizione culturale e religiosa. Per costruire cosa, però? In nome dell’antirazzismo, stanno fomentando un razzismo di segno opposto: contro i bianchi, contro l’Occidente e – ormai è palese – contro il cristianesimo.