Gioventù e santità: un binomio meraviglioso

Marianna Boccolini, Luigi Brutti, David Buggi, Giulia Gabrieli
Dall'alto a sinistra, in senso antiorario: Marianna Boccolini, Luigi Brutti, David Buggi, Giulia Gabrieli

Si dice che Dio, di fronte alle sue creature più splendide, non riesca a resistere e, dopo un po’ se le prenda con sé. Se si guarda, infatti, ai profili dei santi più luminosi e celebri, balza all’occhio il fatto che molti di essi hanno avuto una vita breve, anche quelli vissuti in questo primo scorcio di secolo, in cui la longevità è superiore al passato.

Ci si può santificare in qualunque momento della vita, anche durante l’infanzia (leggi qui e qui) ma indubbiamente l’adolescenza e la giovinezza sono i momenti più fertili, quelli in cui di solito si fanno scelte determinanti, quando non definitive. È anche per questo che le storie dei santi nati al Cielo in gioventù, suscitano sempre particolare interesse, emozione, commozione, partecipazione.

Nell’esortazione apostolica Christus vivit (2019), papa Francesco elogia “la sincerità dei giovani, che non hanno l’abitudine di addolcire la realtà”, quindi la loro radicalità, la loro capacità di credere in cose grandi. Del resto, scrive il Papa, sono proprio i giovani che possono aiutare la Chiesa “a rimanere giovane, a non cadere nella corruzione, a non fermarsi, a non inorgoglirsi, a non trasformarsi in una setta, ad essere più povera e capace di testimonianza, a stare vicino agli ultimi e agli scartati, a lottare per la giustizia, a lasciarsi interpellare con umiltà” (CV 37).

Nello stesso documento pontificio, il Papa fa riferimento numerosi a personaggi biblici, profeti, beati e santi, tutti chiamati a servire Cristo in giovanissima età: San Sebastiano, San Francesco d’Assisi, Santa Giovanna d’Arco, San Domenico Savio, il beato Pier Giorgio Frassati, la beata Chiara Badano.

Una menzione particolare è riservata dal Pontefice a Carlo Acutis (1991-2006), beatificato due anni fa ad Assisi, elevato a icona della “Chiesa giovane”, che usa strumenti moderni per annunciare un messaggio antichissimo e nuovissimo al tempo stesso. La figura del beato Carlo è amatissima, ogni articolo o post su di lui diventa subito virale, con centinaia, anche migliaia di condivisioni. Ad Assisi, la sua tomba è visitata ormai quasi quanto quella di San Francesco. Del resto, come il patrono d’Italia, anche Carlo fu un giovane che, ricco di beni materiali, se ne spogliò cercando la vera ricchezza collocata in Cielo; una ricchezza la cui interfaccia terrena sono l’Eucaristia e i poveri, ognuno dei quali è il volto di Cristo crocefisso e abbandonato.

Un altro giovane morto in odore di santità è David Buggi (1999-2017), adolescente romano che, formato nel cammino neocatecumenale, giocava nella nazionale Under 19 di hockey subacqueo e amava molto viaggiare. Il Signore, però, aveva in mente per lui un altro tipo di viaggio: quello nel dolore e nella malattia che David accettò con incredibile maturità, abbandonandosi alla volontà del Padre. Giunto quasi al termine del suo calvario, il giovane romano continuava a sorridere e a consolare parenti e amici, definendo quell’ultimo anno “il più bello della mia vita”.

Non tutti questi ragazzi così carismatici hanno dovuto affrontare una lunga e straziante agonia. Marianna Boccolini (1992-2010) vissuta a Narni a cavallo dei due secoli, morì in un incidente stradale. In questa tragedia, Dio ha voluto compiere il suo miracolo, determinando la conversione dell’amico che era alla guida nel momento fatale, della madre della ragazza, di un insegnante e persino di un compagno di scuola musulmano. Molto studiosa, ricca di talenti artistici e letterari, Marianna era incredibilmente sensibile verso tutti i sofferenti ed ebbe una premonizione sul proprio destino: intuì, infatti, che sarebbe morta molto giovane.

Una singolare “dioincidenza”, poi, accomuna il destino di una quattordicenne bergamasca, Giulia Gabrieli (1997-2011) e di un ventiseienne viterbese, Luigi Brutti (1984-2011): entrambi sono nati al Cielo il 19 agosto 2011, nel giorno in cui, a Madrid si celebrava la Via Crucis dei giovani, assieme a papa Benedetto XVI. Vivace, piena di interessi e con il talento per la scrittura, Giulia lottò per due anni contro un tumore maligno ed affrontò la malattia con queste parole: “Io ora so che la mia storia può finire solo in due modi: o, grazie a un miracolo, con la completa guarigione, che io chiedo al Signore perché ho tanti progetti da realizzare. E li vorrei realizzare proprio io. Oppure incontro al Signore, che è una bellissima cosa. Sono entrambi due bei finali”. Il processo di beatificazione di Giulia Gabrielli è iniziato nel 2019.

Luigi Brutti, invece, morì per le conseguenze di un malore improvviso che l’aveva colpito due mesi prima. Il giovane viterbese stava per sposarsi e aveva realizzato il suo sogno di guadagnarsi la vita come insegnante di sostegno: aiutare i più deboli era forse la cosa che lo rendeva più felice. Aveva ricevuto un’educazione cattolica ma si era convertito realmente soltanto a 17 anni, il giorno in cui percepì che Dio ascoltava il grido del suo vuoto esistenziale. Quel giorno Luigi si rese conto che il Dio con cui parlava era il Dio dell’amore e della misericordia, non un severo controllore dei protocolli religiosi. Nel suo diario, il servo di Dio scrisse: “Scelgo di fare dell’amore il mio stile di vita”. E aggiunse: “Sento il bisogno di portare conforto a chi sta male, speranza a chi dispera, calore a chi ha freddo”. Il suo processo di beatificazione è iniziato lo scorso 29 luglio.

La lista dei giovani santi di questo XXI secolo è molto più numerosa di quelli finora citati. Vogliamo concludere menzionando il nome più celebrato negli ultimi dieci anni: la serva di Dio Chiara Corbella Petrillo (1984-2012). La sua storia è notissima anche ai nostri elettori e non la ripeteremo. È molto significativo, comunque, che Chiara sia stata inclusa da Giorgia Meloni nel suo discorso di insediamento da presidente del Consiglio, tra le donne che hanno fatto la storia d’Italia recente. Non sappiamo se la citazione sia stata sincera o volta soltanto ad accattivarsi i consensi degli elettori cattolici. È assolutamente certo, tuttavia, che l’evocazione di un’anima così pura in un contesto così segnato dall’ambizione e dai comportamenti controversi, non può che portare una boccata d’ossigeno e di speranza.