La moglie Paola ci racconta chi era Roberto Bignoli

La moglie Paola ci racconta chi era Roberto Bignoli

La conversione a Medjugorje

Roberto non si è mai detto un convertito il suo cammino di conversine inizia a  Medjugorje nel 1984, nel 1983 Roberto Bignoli  preso dallo sconforto e dal desiderio di successo entra in una chiesa a Varese per accendere dei ceri alla Madonna e chiedere la grazia di diventare un personaggio di successo e là incontra  un gruppo di ragazzi che con parole molto semplici gli dicono “Gesù ti ama”, lui rimase molto colpito da quelle parole perché nessuno gli aveva mai parlato in maniera così diretta dell’amore di Dio. E un anno circa dopo quell’incontro partì con loro in macchina per Medjugorje nell’agosto del 1984.

Arrivato a Medjugorje, Roberto rimase colpito dal territorio, dai campi, le colline, le strade sterrate, nessun negozio, era come se fosse tornato bambino, simile alla sua terra del Piemonte, campi di tabacco e viti..

Arrivati davanti alla chiesa, centro del paese,  incontrarono una Suora, Suor Melanie,  che gli chiese se avevano un posto per andare a dormire la notte e non sapendo nulla, la suora li fece dormire nella cappellina delle apparizioni e l’indomani cercarono un alloggio ma Roberto era stato  invitato l’indomani dalla suora, ad assistere all’apparizione della Madonna. In quel momento Roberto chiese alla Madonna “la guarigione del cuore” non gli interessava guarire dalla poliomielite ma desiderava avere un cuore di carne anzichè un cuore di pietra.

L’amicizia con Vicka

Roberto aveva una grande amicizia con Vicka.  Roberto non è mai andato ne mai gli è interessato incontrare Vicka o gli altri veggenti quando andava a Medjugorje , gli incontri con Vicka e con tante persone sono stati sempre voluti dal cielo. Roberto credeva molto agli incontri voluti dal Signore e con Vicka il rapporto è stato sempre sincero ma mai cercato. C’era un grande rispetto da parte di entrambi e la cosa bella di Roberto è che credeva molto nell’amicizia ed era attento alle amicizie, per lui l’amicizia è sempre stata molto importante

La musica di Roberto e Giovanni Paolo II

Roberto dopo l’esperienza di Medjugorje ha iniziato a scrivere testi dedicati a Maria ad esempio Canzone per Maria,  “Ballata per Maria” diventata poi la sigla ufficiale di Radio Maria oppure cantava “Come un giglio tra le rose” fatta con Nico Frtarezza. La sua musica divenne una continua offerta e preghiera a Maria, a Gesù e a San Giovanni Paolo II, gli incontri con l’ormai San Giovanni Paolo II, furono fondamentali per la vita e la carriera artistica di Bignoli.

La prima volta che Bignoli incontrò Giovanni Paolo II fu a Roma all’ospedale Gemelli, quando usci la  compilation “Terra di Pace” delle edizioni Paoline e lì il Papa lo incentivò a continuare a cantare in tutto il mondo con le sue stampelle portando l’amore di Dio.

Dopo quella volta, Roberto incontrò altre 3 volte Giovanni Paolo II, e pi anche in occasione delle GMG di Parigi Toronto e Roma dove lui ha cantato.

Il brano “Non temere” scritto con Nico Fortarezza è stato un brano dedicato a Papa Wojtyla.

Una delle canzoni che può  rappresentare la vita di Roberto è “Ho visto la croce” perché abbracciando  la croce si è trasformata in una semplice preghiera , in un canto che racconta le croci che Roberto ha toccato e sperimentato dal vivo e che si sono tramutate in grazia e amore per Dio

L’importanza della famiglia per Roberto Bignoli

Roberto diceva sempre “Non esistono le famiglie del mulino bianco , ma senza l’amore tra me e mia moglie, la famiglia non sarebbe credibile”.

E stato un marito meraviglioso ed un padre eccezionale – dice Paola- la nostra è stata una famiglia che battagliava. Venivamo da due mondi diversi, lui con un passato turbolento ed io provenivo da una famiglia benestante con delle regole ma quando litigavamo e sono volati anche i piatti, andavamo a letto facendo pace senza portarci rancore – racconta Paola.