La vita di Teresa Musco raccontata dal biologo Francesco Guarino

La vita di Teresa Musco raccontata dal biologo Francesco Guarino

Aveva dolori all’addome e alla gamba lancinanti. Perché?

Come ho già detto la sua salute era stata cagionevole e sin dall’infanzia, aveva spesso forti mal di testa, coliche addominali e renali, dolori alle articolazione con versamenti che alcune volte il medico ha dovuto svuotare e praticare delle infiltrazioni. Il 4 ottobre del 1951 dopo una dolorosa infiltrazione al ginocchio le appare Gesù che le dice: “Ecco, figlia mia, le tue sofferenze le ho volute Io, per i sacerdoti. Soffri per loro. Il dolore ripara gli ardori, che li bruciano. Io mi sono servito dell’ esame del medico, per farti soffrire; offri tutto per i sacerdoti.” A questo punto lei scrive: Non m’ importava più che i miei dolori aumentassero: potevo, in tal modo, dare di più al mio Gesù, che, così, poteva dare di più alle anime.

 

A 14 anni conobbe Tonino ma la Madonna le disse che successivamente il ragazzo sarebbe salito in paradiso con lei …

Questo idillio innocente fu una dolce parentesi in una vita tanto provata; pregavano insieme, frequentavano la messa e i sacramenti incominciavano a fare dei sogni, dei programmi come tanti giovani normali, Gesù volle farle provare casti sentimenti umani per poi metterla davanti ad una scelta forte e dolorosa che lei, anche se con qualche iniziale risentimento, comprese e volle che fosse il suo programma di vita. Nel suo cuore c’era posto solo  e soltanto per il suo amato Sposo celeste.

Quando l’ho conosciuta e a volte si parlava di Tonino lei era serena, lo ricordava con dolce nostalgia sapendola in Cielo con Gesù.

 Teresa vedeva anche le anime del purgatorio?

Spesso la Mamma celeste le parlava dell’importanza di pregare per le anime abbandonate del purgatorio, tante anime non vanno in Paradiso perché non c’è chi preghi o faccia penitenza per loro. Un episodio per tutti che posso testimoniare: un giorno andammo con Lucia, la mia fidanzata, da Teresa ed ella ci raccontò quanto le era capitato la sera precedente. Disse: “ieri sera dopo che siete andati via ed io mi preparavo per andare a riposare, ero stanchissima per una lunga giornata di sofferenze, ecco che la mia camera si è riempita di un folto numero di persone che sorridendo benevolmente tentavano di accarezzami e salutarmi. Mi sono spaventata e ho chiesto loro chi fossero e come fossero entrate visto che la porta era chiusa ma una di esse mi ha detto: Teresa non ci riconosci?, io ho risposto che non le avevo mai viste e non sapevo chi fossero ed esse sorridendo beate dissero: Noi siamo quelle anime del Purgatorio che tu oggi con le sue sofferenze hai portato in Paradiso. Il Padre celeste ci ha permesso di venirti a ringraziare.

Infatti ricordo che quando le sue misere finanze glielo permettevano ella faceva celebrare una ss. Messa per le anime del Purgatorio

 Dopo 2 anni dall’ultimo ricovero si aggrava e viene ricoverata in una clinica dove vi era un medico poco raccomandabile …

Questo episodio cosi deprecabile avvenne quando lei era ricoverata presso un’0spedale di Napoli.

Si accorse infatti delle strane attenzione che un medico aveva per lei, un giorno fu convocata in medicheria con la scusa di aggiornare la cartella clinica e questi iniziò ad avanzare delle strane proposte. Teresa fu ferma e dura, redarguì il medico dicendo che doveva vergognarsi perché disonorava il camice che indossava e lasciò sdegnata la stanza.

Per regalo quest’individuo (non riesco a chiamarlo collega) nella diagnosi finale scrissi che la ragazza era un’autolesionista, in quanto si procurava da solo gli ascessi che comparivano sul suo corpo inoculandosi qualcosa?

 

Cosa ricorda del calvario di Teresa?

Teresa incominciò a peggiore nell’aprile del 1976 nel mese di maggio la sua insufficienza renale peggiorò, si tentò un ricovero in diversi ospedali, nel mese di giugno si riuscì a trovare un posto presso la clinica Villa dei Gerani a Napoli, iniziò la dialisi, ritornò a casa ma doveva fare la diagnosi a giorni alterni. Erano dolorosissime, ormai il suo fisico era minato e lei sopportava tutto con forza e pazienza, ricordo un episodio molto bello anche se struggente, ero in laboratorio quando fui chiamato per un prelievo urgente, lei aveva convulsioni, dolori fortissimi il viso era ceruleo, nel mettere il laccio emostatico mi accorsi che le provocavo del dolore, tentennai un attimo, forse sbiancai nel volto, lei guardandomi con quei suoi dolci occhi che sembravano ancora più grandi e smorti mi disse: Sta sereno, fa quello che devi fare, non ti preoccupare di me.”

In quel momento così difficile, poco prima di morire lei mi incoraggiava. Le era accanto il suo Sposo celeste a cui lei offriva fino alla fine tutte le sue sofferenze.

La sua fu una morte traumatica, così come le aveva annunciata la Mamma celeste, perché durante l’ultima dialisi ebbe delle complicazioni cardiache, dovettero parzialmente sospenderla ma non si poteva annullarla, ebbe altre crisi, i dolori e spasmi erano fortissimi ad un certo momento sembrò irrigidirsi ed alzandosi dal lettino con le mani tese verso l’alto disse: Vengo”, e si riversò sul letto; i medici constatarono il definitivo peggioramento e rivoltisi a p Franco Amico, il suo fratello spirituale che l’assisteva, gli dissero che se Teresa sarebbe finita non poteva più lasciare la clinica. Questi con sofferenza decise di portarla a Caserta. Portandola fra le sue braccia aiutato da un’altra persona salì al suo appartamento adagiandola sul letto dove poco dopo finì.

Da questo momento in poi, come se un angelo avvertisse la gente, ci fu in incessante flusso di persone (la polizia dovette regolarlo con transenne per l’ingresso alla sua piccola casa), era il giovedì continuò fino al sabato mattina quando fu celebrata la Messa funebre nel Duomo di Caserta. Il corteo funebre sfilò tra due ali di folla applaudente che invase anche il cimitero fino alla tumulazione avvenuta il giorno seguente.

Servizio di Rita Sberna