Özpetek, l’omogenitorialità e i dubbi degli intellettuali laici

Ferzan Özpetek
Ferzan Özpetek (Foto: Mark Rifkin / twini-ny.com - Flickr)

Özpetek, l’omogenitorialità e i dubbi degli intellettuali laici

Non ha eguagliato i record al botteghino di Pinocchio di Matteo Garrone o Tolo Tolo di Checco Zalone ma ha comunque totalizzato la rispettabilissima somma di sette milioni e mezzo di euro di incasso nel primo mese di programmazione nelle sale. Stiamo parlando de La Dea Fortuna, ultimo film di Ferzan Özpetek. Una pellicola controversa, in quanto tocca il tema dell’omosessualità e dell’omogenitorialità con argomenti apparentemente convincenti, sullo sfondo di una storia ben confezionata e segnata da un crescendo di pathos e suspence.

Al di là del forte coinvolgimento emotivo, la vicenda, liberamente ispirata a una storia realmente capitata al regista (dopo la morte del fratello di Özpetek, la cognata chiese a lui e al compagno Simone di occuparsi dei figli, rimasti orfani di padre, nella malaugurata ipotesi che anche alla madre capitasse qualche disgrazia), suscita un interrogativo profondo: in situazioni estreme, è plausibile che due uomini possano crescere in modo sereno ed equilibrato dei minori come fossero loro figli? Nel contesto radical chic in cui è stato ambientato e concepito, il film sembrerebbe offrire una conferma alle convinzioni delle ideologie lgbt, eppure il finale è, in un certo senso, “aperto”. I protagonisti de La Dea Fortuna – la coppia formata da Edoardo Leo e Stefano Accorsi – sembrano accogliere con entusiasmo la nuova imprevista avventura della genitorialità, ciononostante Özpetek non se l’è sentita di ‘canonizzare’ questo evento, lasciandolo nel limbo delle ipotesi etiche e limitandosi a suggerire allo spettatore di non avere pregiudizi.

Da parte nostra, non ci inoltreremo in ulteriori argomentazioni di carattere psicologico, scientifico o morale sulla necessità per un bambino di essere educato e cresciuto da genitori di sesso diverso. Nel ribadire la visione antropologica cristiana sull’argomento vale la pena, per una volta, soffermarci sul punto di vista di un intellettuale laico. Cosa ne pensa realmente Ferzan Özpetek dell’omogenitorialità? Il regista italo-turco ha affrontato direttamente la questione, intervistato poco prima di Natale su La7. Alla domanda se avesse mai desiderato un figlio assieme al suo compagno, sorprendentemente Özpetek ha risposto: “Un bambino per me ha bisogno di una mamma”, di una “figura femminile”. E ha aggiunto: “Ognuno è libero di fare quello che gli piace e che lo fa sentire felice. Le persone devono avere anche le leggi sulla libertà di decidere cosa le rende felici”. Özpetek è infatti ‘civilunito’ da alcuni anni con il suo compagno.