San Charbel Makhlouf nacque l’8 maggio 1828 da genitori cristiano maroniti. Nel 1851 lascia la sua famiglia per recarsi nel monastero di Nostra Signora di Mayfouk poiché sente dentro di sé la vocazione a farsi monaco. Passato il primo anno di studi si trasferisce al monastero di San Maroun ad Annaya entrando nel Ordine Maronita. Sceglie il nome Charbel e vive praticando l’ obbedienza, la castità e povertà. .Il 23 luglio 1859 Frate Charbel Makhlouf viene ordinato prete e ubbidisce ai suoi superiori nel convento di Annaya. Vive in maniera semplice e di mortificazione. Non desidera beni materiali disprezzandoli e annuncia la parola di Dio invitando alla conversione e al ritorno a Dio. Nel 1875 San Charbel viene ispirato da Dio a lasciare il convento e salire a vivere nell’ eremo di San Pietro e Paolo. Durante una notte di quello stesso periodo la lampada ad olio di San Charbel viene riempita di acqua. Lui l’accende e la lampada illumina la stanza. Questo viene considerato il primo miracolo da parte del Santo. Per 23 anni vive nel suo eremo in silenzio, pregando, seguendo la liturgia, lavorando nei campi vicini. Il 16 dicembre 1898 mentre celebra la prima messa della novena di Natale soffre un attacco di emiplegia che porterà infine alla sua morte la vigilia del Santo Natale. Il suo corpo rimane intatto e continua a sudare. Nonostante i molteplici studi non esiste una risposta della scienza a quanto avvenuto. Viene santificato l’otto ottobre 1977 da Papa Paolo VI.Viene implorata la sua intercessione da fedeli di tutto il mondo poiché concede numerose grazie fisiche e spirituali.
Carissimi fratelli in Cristo, davanti alla storia di San Charbel ognuno di noi si dovrebbe interrogare sul proprio rapporto e contatto con Dio. Molte volte viviamo il contatto con il nostro Creatore per abitudine e non per fede guardando maggiormente alla quantità di preghiere dette, dimenticandoci la qualità .Non ci rendiamo conto che stiamo dialogando con il nostro Padre Celeste che a differenza delle altre divinità inventate dagli uomini, le quali “Hanno bocca e non parlano, hanno occhi e non vedono, hanno orecchi e non odono, hanno naso e non odorano,hanno mani e non toccano, hanno piedi e non camminano e la cui gola non rende alcun suono.(dal Salmo 115)” vuole parlare con noi, vederci, entrare nella nostra vita per trasformarla, ma non può operare se la nostra porta è chiusa . San Charbel lo aveva capito perfettamente e ha voluto fare silenzio attorno a sé e dentro il suo spirito per dialogare , ma soprattutto per ascoltare quel Dio che aveva toccato la sua anima . Questo non è un invito a chiuderci in un eremo, al contrario dobbiamo portare il Risorto al mondo , ma come facciamo ad annunciare Dio se prima non l’abbiamo incontrato veramente dentro di noi ? Dobbiamo pertanto fare silenzio nel nostro cuore che oggigiorno è confuso dalle voci che propongono una mentalità lontana da Dio e dalla Chiesa per domandarci come San Francesco :”Signore cosa vuoi che io faccia?”. Allora facciamo silenzio nella nostra anima per sentire la voce del Padre Celeste che desidera entrare nella nostra vita per rinnovarla con il Suo Amore e per portare quella Pace che nessun uomo ci può dare!
Francesco Pio Petrachi
Bellissima … disamina ….