“Noi, storia di una chiesa domestica”. Un esempio per tutte le famiglie di oggi

“Noi, storia di una chiesa domestica”. Un esempio per tutte le famiglie di oggi

Parliamo di matrimonio e famiglia, con una coppia sposata da 30 anni e che per 7 anni ha avuto un lungo cammino di conoscenza attraverso il fidanzamento. Vivono a Perugia, Giorgio Epicoco è Primario del reparto di ginecologia dell’ospedale Santa Maria della Misericordia di Perugia e Cristina Righi è scrittrice, moglie e mamma di 4 figli.

La loro missione di famiglia è accompagnare ed accogliere le persone, le coppie e le famiglie in crisi e in difficoltà. La loro testimonianza è scritta dettagliatamente in un libro a quattro mani dal titolo “Noi, Storia di una Chiesa Domestica” la prefazione è di Mons. Carlo Rocchetta e la postfazione è stata curata dalla giornalista Costanza Miriano.

 

Come vi siete conosciuti e com’è stato il vostro fidanzamento? Cristina

È proprio vero che il conoscersi spesso va al di là dei propri desideri e che ciascuno risponde ad una chiamata, perché, mai avremmo pensato di incontrarci.

Giorgio viene da Lecce e dal 1974 arrivò a Perugia per studiare medicina. Io in quell’anno avevo solo 11 anni, ma nel 1982, avvenne questo famigerato incontro. Una mia compagna delle scuole superiori insisteva perché io uscissi con lei e il suo fidanzato e così le dissi che avrei accettato, se avessero invitato un qualsiasi loro amico. In quel periodo, nei miei spensierati 19 anni, ero affettivamente non impegnata e dunque…

La cosa simpatica fu che Giorgio fu una terza scelta perché altri due amici erano impegnati e lui, che quella sera non aveva nulla da fare, accettò di uscire a cena.

Quando lo vidi giurai a me stessa che non sarebbe mai stato il mio tipo e che alla fine della cenetta non l’avrei più rivisto.

E infatti oggi, come volevasi dimostrare, sono addirittura 37 anni di vita insieme!

Quando si dice chiamati ad essere!!

Da quel momento scattò un colpo di fulmine che ci fece vivere 7 anni di fidanzamento in cui, come spesso accade, si vive da sposati senza esserlo. Si condivide tutto, dai viaggi alla mondanità fino all’intimità. Come ho scritto in un articolo sulla differenza delle cose, non c’è nulla di più sbagliato che confondere i termini: vivere un fidanzamento come se fossimo sposati porterà problematiche future perché non si è preparato il terreno giusto. Questo noi lo abbiamo riscontrato infatti nel matrimonio.

La scelta di sposarvi com’è stata vissuta da entrambi?  Cristina

Negli anni del nostro fidanzamento vivevamo piuttosto liberi di fare ciò che ci piaceva. Io intanto studiavo Giurisprudenza e Giorgio iniziava a vincere i vari concorsi da medico ginecologo.

Quando fu assunto mi chiese di sposarci, sentiva di formare una famiglia mentre io, così ben abituata a quella comoda vita più libera rispetto all’impegno di una diversa responsabilità, non avvertivo questa fretta a convolare a nozze. Del resto era più facile così.

Inoltre ancora stavo finendo gli studi, avevo 26 anni e immaginavo un futuro lavorativo impegnativo in quanto desideravo provare la carriera notarile.

L’unica cosa che non avrei sicuramente voluto era la convivenza ma all’epoca non certo per una coscienza di fede ma soltanto così, un sentire naturale.