“Noi, storia di una chiesa domestica”. Un esempio per tutte le famiglie di oggi

“Noi, storia di una chiesa domestica”. Un esempio per tutte le famiglie di oggi

Voi avete messo la vostra esperienza matrimoniale al servizio degli altri, infatti questo libro “Noi, Storia di una Chiesa Domestica” vuole essere una testimonianza personale di coppia che aiuta tante altre famiglie …. Giorgio e Cristina

Si questo libro è davvero un’opera di Dio e ne parleremo.

Subito dopo il nostro matrimonio in Chiesa le cose non sono subito migliorate, anzi è doveroso che annunciamo una cosa molto importante. In ogni progetto di Dio, soprattutto il matrimonio, c’è sempre un nemico che vuole distruggere e nella famiglia si sta specializzando ben bene. Quando noi ci sposammo in Chiesa eravamo ancora troppo fragili nella fede per resistere agli attacchi. Del resto due persone così ben “strappate” ai precedenti peccati (l’aborto e la non consapevolezza del Sacramento) sono più attaccate se non sfoderano le armi della fede. Occorre acquisirle in pienezza e queste sono essenzialmente l’eucaristia quotidiana, la confessione, l’Unione coniugale del Noi Sacramentale, l’ascolto della Parola, un padre Spirituale, un cammino con i fratelli.

Ecco che, dopo la nostra RICOSTRUZIONE TOTALE, siamo diventati per chiamata di Dio, accompagnatori di tante coppie in difficoltà. Ciò accadeva a casa nostra, nel famoso divano verde che scriviamo nel libro, in quella che è attualmente una Chiesa Domestica viva e vivificante.

Devo dire che, nel discernimento della vita, scelsi di lasciare il lavoro in banca, dopo 15 anni, per dedicarmi alla famiglia e a quello che, senza saperlo al momento delle dimissioni lavorative, è poi diventato un servizio meraviglioso: questo “ambulatorio dell’anima” dove ascoltare le persone e aiutarle a risorgere è davvero il lavoro  gratis per il Regno di Dio.

Come avete superato queste difficoltà iniziali e come siete arrivati a diventare una coppia con al centro la comunione di Cristo? Giorgio

L’acquisire queste armi è partito soprattutto dalla tenacia spirituale di mia moglie che nelle difficoltà vissute nella dinamica della relazione, che ci portava ad essere due separati in casa, è tornata ad abbeverarsi alla roccia della Chiesa. Come detto prima, inizialmente, ci siamo molto divisi, facendoci anche del male e prendendo strade opposte che favorivano il non stimarsi a vicenda, il litigare in modo distruttivo, alzando le barriere dell’egoismo e dell’orgoglio. Fortunatamente come dicevo precedentemente, il matrimonio Sacramento ci ha salvato perché proprio io (Cristina) tornai dal sacerdote che ci aveva sposato, vuotando il sacco di una vita mal vissuta, dove la tenebra aveva spento la luce e aveva offuscato tanti comportamenti.

Questo sacerdote, strumento di Dio, ha permesso al mio cuore di guarire e mi ha riacceso il desiderio di far qualcosa di più con Gesù e presi a partecipare ad un piccolo gruppo di preghiera del Rinnovamento.

Questo ha stimolato la mia preghiera verso Giorgio che, nonostante la conversione, aveva ancora un limite nel sentirsi profondamente perdonato. Ma io cominciai a partire e questo voglio dirlo alle coppie: è sufficiente che almeno uno dei due cominci a muovere i passi anche per l’altro che prima o poi arriverà. Il Signore dona al coniuge desideroso del bene dell’altro una creatività che va oltre e infatti, con l’aiuto dei fratelli si cominciò a smuovere le acque…

Succede un episodio molto significativo per voi ma soprattutto per Giorgio e grazie ad esso, riscopre il perdono di Dio. Si tratta di una donna che si affida a voi e che portava avanti una gravidanza difficile … Giorgio

Essendo un ginecologo discretamente noto per la mia abilità nell’esecuzione delle ecografie, si rivolse a me, inviata appunto come “gancio, in base al desiderio dei fratelli e di mia moglie verso la mia conversione piena, una donna che camminava nel RnS che aveva avuto una diagnosi in gravidanza di una malformazione fetale incompatibile con la vita. Purtroppo le dovetti confermare la diagnosi infausta ma lei dichiarò, decisamente, che non avrebbe abortito se non c’erano rischi per la sua vita, perché era sua intenzione rimettersi alla volontà di Dio. Questa situazione mi interpellò molto, perché, nonostante, avessi da tempo dichiarato l’obiezione di coscienza, rimanevano in me alcuni dubbi. La Fede di quella donna fu un momento di inquietudine profonda per le mie convinzioni. Quella donna, poi, durante, una delle visite, mi chiese se frequentassi la Chiesa e io le risposi che ancora non me ne sentivo degno perché con tutti gli aborti che avevo fatto, consapevolmente, non potevo meritare il perdono di Dio e che il sacerdote che mia aveva confessato e assolto era per me un uomo: Dio certamente non poteva perdonarmi. Lei mi rispose citandomi un passo della scrittura (Romani, 5 dove dice “…laddove è abbondato il peccato, ha sovrabbondato la Grazia”) e capii che se Dio aveva perdonato il mio peccato io non potevo mettermi al di sopra di Lui.  Fu così che anche Cristina, insieme a questi fratelli mi invitarono a partecipare al Seminario di Vita nuova nello Spirito e lì sentii scendere prepotente dentro di me il perdono di Dio e, io, riuscì a perdonarmi.

La nostra vita personale fu toccata profondamente con questa esperienza.

Mia moglie poi insistette per fare un’esperienza in più per la coppia che fu determinante per quello che oggi siamo!