“Noi, storia di una chiesa domestica”. Un esempio per tutte le famiglie di oggi

“Noi, storia di una chiesa domestica”. Un esempio per tutte le famiglie di oggi

Avete più di 20 figliocci, sono figli di coppie che seguite nel loro cammino di fede? Cristina

Dopo la nostra rinascita di coppia molti ci invitavano a testimoniare e infatti molte sono state le realtà conosciute. Uno di questi è Mons.Rocchetta, fondatore della Casa della Tenerezza a Perugia, che noi conoscemmo fin dall’inizio e con il quale abbiamo collaborato diverse volte. Lui ha infatti curato la prefazione del nostro libro.

Dopo essere partiti come difensori a tutto campo per la famiglia, il nostro primo e fondamentale slogan ė stato soprattutto nella costruzione del NOI, nella relazione sponsale, e sentivamo di far nascere, anche nei movimenti, che tendono ad un cammino più personale, un’attenzione più specifica della coppia. Così il Signore ci ha inviato a prestare servizio in una parrocchia particolarmente per i fidanzati. Abbiamo letteralmente inventato un percorso molto efficace con il parroco e di tutte le coppie affidate negli anni del corso prematrimoniale venivamo chiamati da loro stessi “mami e papi”. Da questa maternità di accompagnamento ci siamo ritrovati ad essere padrini di 49 figliocci (alcuni ma pochi sono in cielo).

Molte di queste famiglie che hanno desiderato “seguirci”, continuano a camminare nel percorso attuale per famiglie che stiamo portando avanti.

Le coppie che voi seguite attualmente, in genere, che difficoltà hanno? Cristina

Le coppie hanno tutte, intendo in generale, una diversità nell’approccio relazionale che porta, soprattutto nel toccare le proprie fragilità e nei tempi più faticosi, la fatica  a vivere la gioia. In queste fragilità insistono molte difficoltà che generano un logorio e una stanchezza a decidere di amare il povero che si ha accanto. Quando arrivano al colloquio cariche di insoddisfazione ciò che sentiamo dire è la colpevolezza dell’altro e la classica menzogna del “non ce la faccio più”.

Spesso pensano di averle tentate tutte ma io dico sempre che non è stata battuta la strada vincente: la risposta Vera alla chiamata.

 Come aiutate le coppie concretamente? Cristina e Giorgio

Innanzitutto c’è il colloquio personale che va allo storico della persona. Molte volte, anche dopo tanti anni, il marito o la moglie non conoscono la storia personale, fin dall’infanzia di colui che è diventato il parente più stretto, una sola cosa con l’altro. Bisogna poi consegnare quelle armi di cui detto che non sono mai state impugnate seriamente. Cioè si smette di agire con le proprie forze ma si abbraccia il solo che gratuitamente riconsegna la dignità della vita. Seguiamo tante persone che hanno vissuto anni di aiuti psicologici ma occorre quasi sempre un’opera di guarigione spirituale molto più profonda che occorre fare. Questo benedetto Sacramento a qualcosa dovrà servire…altrimenti perché ci si sposa in Chiesa? Non avrebbe senso solo quel giorno e basta, quello del matrimonio.